Se vuoi assaggiare, nei tuoi viaggi, un bicchiere di Vino, devi sapere come chiederlo.
In Europa è abbastanza semplice:
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In Francia vai sul sicuro con “vin”(da pronunciare “va(n)”), anche se in Bretagna e in alcune aree del nord-ovest qualcuno dice “gwin” in lingua celtica. Non a caso, la stessa parola viene usata in Galles (si pronuncia “guin”).
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In Uk, “wine”. Ma in Irlanda del Nord e in alcune zone della Repubblica di Irlanda potrebbe essere necessario ricorrere al termine “fíon” (“fí(o)n”).
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Semplice anche nella Penisola Iberica. In Spagna basta ripetere la parola “vino” oppure “vi”, diffuso nelle regioni a sud-est. In Portogallo memorizza “vinho” (sempre ricordando che il suono nasale “nh” va pronunciato, grosso modo, come l’italiano “gn”). Occhio al Principato di Andorra dove per dire “vino” dovrai pronunciare la parola “ardo”.
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I tedeschi dicono “wein” (“vain”), gli olandesi “wijn” (“vein”), mentre i polacchi “wino”, con una pronuncia molto simile alla parola italiana. Nei paesi limitrofi e in quelli slavi basta dire “vino”. In Ungheria, invece devi utilizzare “bor”.
- In Albania e in Grecia sono parole piuttosto lontane da quella italiana. Nel primo caso si dice “verë” (“ver(e)”), nel secondo “krasí”.
- Svezia e Norvegia ricorrono a “vin”, mentre in Finlandia si dice “viiniä”.
- In Lettonia e Lituania rispettivamente “vīns” e “vynas”. Infine, in Russia e nei Paesi limitrofi via libera per “vino” (si scrive “вино”), mentre in Turchia dovrai chiedere “şarap” (“sciara(p)”).
- Alle Hawaii, solo la parola “wine” potrebbe non essere sufficiente. Qui, vino si dice “waina”.
- In Cina bisogna imparare la parola “pútáojiu” con la quale si indica, appunto, il nostro vino.
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In coreano è più semplice con “wain” (“uain”), così come in Giappone con una parola molto simile, ovvero “waìn” da pronunciare “vaìn” con l’accento sulla “i” che dovrai far sentire.
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Se sei in Thailandia la parola da utilizzare è “Wịn̒” con una pronuncia molto simile a quella inglese.
- In arabo è una parola poco usata a causa delle rigide restrizioni religiose, ma si dice “khamr”.