Wine & Art: the perfect match !

Wine & Art: the perfect match !

Connubio antichissimo: l’uva ed il vino hanno ispirato da sempre gli artisti.

Le prime testimonianze di vino nell’arte pittorica sono reperibili nelle rappresentazioni bidimensionali (bassorilievo e pittura) dell’arte antica Egizia, che vanta origini antichissime precedenti al IV millennio a.C. Nell’arte antica egiziana il vino deteneva un importante valore sacrale, curativo e persino di corredo funebre, come testimoniato dai vinaccioli d’uva reperiti nelle tombe egizie. Il vino in Egitto era onnipresente nelle feste dedicate a Osiride, dio del vino, dei veri e propri banchetti alcolici di cui affreschi e bassorilievi dell’arte egizia ne conservano la memoria.

Inoltre, l’arte egizia fu la prima a raffigurare, nei muri delle tombe, scene di forme di allevamento della vite ma anche la vendemmia e la vinificazione.

Il vino in seguito ha trovato grande spazio nell’arte antica dei Fenici, Greci e in seguito degli Etruschi.  

La diffusione del vino nell’arte antica in occidente trova la sua prima origine e massima espressione nell’arte vascolare ellenica. Sono infatti innumerevoli gli esempi di Crateri (kratḕres), ovvero grandi vasi e anfore utilizzati nei Simposi per mescolare e diluire vino e acqua, raffiguranti immagini legate al vino e al suo consumo.
Si deve ai Greci il culto di Dioniso che conferì al vino una connotazione divina, e che ha ispirato l’immagine del vino nell’arte classica.

L’iconografia greca di Dioniso, tramandata dai romani con il nome di Bacco, corrisponde a un giovane indolente e dai tratti androgini.
Dionisio infatti ispirò molti celebri artisti come Michelangelo, Tiziano e Cravaggio. 

Con l’arte medioevale e il regno dei Longobardi, l’agricoltura e la viticoltura conobbero un periodo di decadenza e le dominazioni Arabe nel sud dell’Europa (600-1000 d. C.) causarono un’ulteriore ridimensionamento del vino e della sua rappresentazione nell’arte, con la messa al bando della viticoltura in tutti i territori occupati.

Sebbene l’arte medioevale rifiutò il patrimonio dell’iconografia classica legata all’esaltazione dell’ebbrezza conferita dal vino, il monachesimo si fece custode della viticoltura e della sua inedita rappresentazione artistica nei '' Tacuina Sanitatis ''.

La Vendemmia Tacuina Sanitatis

Il vino infatti entrò a far parte della liturgia dell’eucaristia permettendo il mantenimento della tradizione viticola da parte dei monaci, vi è infatti testimonianza della viticoltura nell’arte delle miniature.

Le miniature realizzate nei monasteri ponevano l’accento non più sull’estasi legata al vino, ma sul lavoro in vigna, la vendemmia e vinificazione.

Nel Rinascimento il vino e l’arte legata al vino allietavano le corti nobiliari come quella dei Medici, divenendo simboli della raffinatezza e dei privilegi esclusivi del piacere edonistico legato a esso.

I Medici si fecero infatti mecenati e promotori del recupero del culto del vino d’ispirazione classica.
Tra il 1400 e il 1500 vi sono innumerevoli testimonianze di opere dedicate a Bacco, tra cui la famosa statua marmorea di Michelangelo Buonarroti, il Bacco e Arianna di Tiziano e il Bacco di Leonardo da Vinci. Quintessenza dell’Iconografia tradizionale di Bacco è il famoso Bacco di Caravaggio del 1596-1998, commissionato da Francesco Maria Bourbon e dedicato a Ferdinando I° dé Medici.

Il vino, la vita bucolica, le nature morte e l’iconografia di Dioniso imperversano anche in molta dell'arte d’ispirazione neoclassica e nell’accademismo fino alla fine del 1900. Tra questi si possono trovare esempi virtuosi della presenza del vino nell’arte con le opere di William-Adolphe Bouguereau e Thomas Couture.

In seguito a partire dal 1900 la presenza del vino nell’arte figurativa ha intrapreso percorsi molto eterogenei e non accumunabili, affrancandosi dalla prassi d‘iconografie classiche e stereotipate.

Molti artisti si sono cimentati a raffigurare con proprio stile bottiglie di vino: si possono citare  per esempio quelle di Claude Monet nell’ Impressionismo, di Joan Miró nel Surrealismo, di Picasso nel Cubismo e di De’ Chirico e Giorgio Morandi nella Metafisica.

 

 

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