VERSI DI-VINI

VERSI DI-VINI

Da sempre il vino accompagna l'uomo nei suoi momenti di gioia e anche in quelli di riflessione e introspezione, normale quindi che abbia ispirato tanti autori e letterati, ma anche personaggi famosi della musica, del cinema e dello spettacolo che hanno dedicato al vino le proprie parole bellissime che sono poi diventate celebri. 

Poeti e narratori, pensatori e artisti di ogni epoca hanno scolpito aforismi e citazioni di straordinaria forza espressiva. Da Omero a Aristofane, da Galileo Galilei a Giacomo Leopardi, da Manzoni a Hemingway, da Shakespeare a Baudelaire il mondo è pieno di odi e inni al nettare degli Dei.

Fate una semplice prova... cercate su un qualsiasi motore di ricerca web ''frasi sul vino" o '' citazioni vino " ed eccovi apparire centinaia di risultati con ogni tipo di espressioni ed aforismi, dai più seri ai più goliardici, parole struggenti o frasi spiritose. Ce ne è per tutti i gusti ed elencarle in un unico articolo di blog sarebbe difficile. Noi abbiamo selezionato per ora 4 autori, famosissimi, le cui rime hanno attraversato indenni i secoli.

Prossimamente altri poeti o scrittori che hanno cantato il vino come elemento di gioia, di pace e di cultura.

ORAZIO

La frase completa è Nunc est bibendum, nunc pede libero pulsanda tellus («Ora bisogna bere, ora bisogna far risuonare la terra con il piede libero», cioè ci si può dare alla pazza gioia). Ovviamente Orazio non intendeva parlare di acqua, ma di vino.  L’inizio della famosa ode rappresenta una reazione emotiva di immensa gioia di fronte all’annuncio appena arrivato del suicidio di Cleopatra (e di conseguenza la fine del pericolo che essa rappresentava per Roma) ed esorta  immediatamente a celebrare la lieta notizia con un calice in mano. Come a dire che il vino non è semplicemente una bevanda piacevole. Il vino è qualcosa di più: non solo spegne la sete ma è anche la bevanda della gioia, della vita, della festa.  

CATULLO

Una parte importante del Liber catulliano è costituita dai componimenti a sfondo amoroso dedicati a Lesbia, dai quali si evince che la relazione ebbe un principio felice ma che nel protrarsi del tempo, fu oscurata dai numerosi tradimenti della donna, alternando momenti di gioia a momenti di infelicità per il poeta. Odio e amore vengono così a convivere, generando disorientamento, follia e disperazione. Ed è qui che il vino entra in gioco.

Ragazzo se versi un vino vecchio,

riempine i calici del più amaro,

come vuole Postumia, la nostra regina

ubriaca più di un acino ubriaco.

E l’acqua se ne vada dove le pare

a rovinare il vino, lontano,

fra gli astemi: questo è vino puro.

Ieri Licinio, per passare il tempo

ci siamo divertiti a improvvisare

sui miei quaderni in delizioso accordo.

Scrivendo versi, abbiamo perso l’anima…

a misurarci su questo o quel metro,

uno dopo l’altro, nell’allegria del vino.

E me ne sono andato di là incantato,

Licinio, dalla grazia del tuo spirito,

così turbato da scordarmi di cenare,

da non riuscire nemmeno a chiudere occhio:

vinto dall’emozione mi sono rivoltato

dentro il letto smaniando che facesse giorno

per poterti parlare, per stare con te.

Ma ora che morto di stanchezza, il mio corpo

senza più forze sul letto ha trovato pace,

ho scritto per te, amico mio, questi versi

perché tu potessi capire la mia pena.

 

NERUDA

Quella delle Odi elementari è una poesia all’insegna delle cose che circonda l’uomo, cose anche minuscole, ma sempre essenziali al punto che, vivendo con esse, il nostro sguardo sembra non rendersi ormai conto del loro insostituibile valore.
Ci voleva un poeta ‘totale’ come Pablo Neruda, sempre così attento alle ragioni del vivere umano, per riportare la poesia all’anima delle cose, quasi dando loro un nuovo battesimo. In questa selezione compaiono alcuni inseparabili compagni della nostra cucina: il vino, «stellato figlio della terra»; il pane, «miracolo ripetuto / volontà della vita»; il pomodoro, «sole fresco e profondo»; ed ancora la cipolla, il carciofo, la castagna, il miele, l’olio…  Di ciascuno di essi il poeta esalta l’unicità e la bellezza, e insieme li fa rivivere alla luce malinconica della propria infanzia e adolescenza, del primo, indimenticabile incontro con le cose.

ODE AL VINO

Vino color del giorno,

vino color della notte,

vino con piedi di porpora

o sangue di topazio,

vino,

stellato figlio

della terra,

vino, liscio

come una spada d’oro,

morbido

come un disordinato velluto,

vino inchiocciolato

e sospeso,

amoroso,

marino,

non sei mai presente in una sola coppa,

in un canto, in un uomo,

sei corale, gregario,

e, quanto meno, scambievole.

BAUDELAIRE

Un rapporto particolare e intenso quello tra il vino e il poeta maledetto. Così come nella sua vita così anche nei suoi componimenti il vino scorre in abbondanza. Oltre ad essere un piacere, esso diventa anche una delle vie privilegiate per raggiungere nuove vette poetiche, in grado di leggere un'altra realtà, di consolarla e renderla più piacevole. Il vino è un mezzo di evasione e uno strumento di ispirazione e creazione poetica. 

"E’ ora di ubriacarsi. Ubriacatevi, per non essere gli schiavi martirizzati dal tempo. Ubriacatevi in continuazione, di vino, di poesia, di virtù, come volete". Giusto per capire come la pensava.

All'interno dei celeberrimi "I fiori del male" si trova un'intera sezione dedicata al nettare di Bacco. Si tratta di un gruppo di cinque poesie intitolato proprio "Il vino", tutte ambientate in una grigia e triste Parigi, nelle quali il vino è sempre presente, con diverse funzioni, a seconda delle circostanze. Il vino è sicuramene un rimedio e l'ebbrezza è una dimensione ideale per Baudelaire. Ma soprattutto, a differenza di tanti altri autori, da Omero a Manzoni, che hanno parlato di vino nelle loro opere, con Baudelaire per la prima volta il vino diventa protagonista, si fa personaggio con una sua anima, diventando denominatore comune per una popolazione che cerca un rimedio al mal di vivere.

E allora, d'accordo con Baudelaire che il vino sta meglio in corpo che dentro una cantina, godiamoci con un calice in mano questo omaggio del poeta maledetto al vino in quanto tale:

L'ANIMA DEL VINO


Dentro le bottiglie cantava una sera l’anima del vino:
«Uomo, caro diseredato, eccoti un canto pieno
di luce e di fraternità da questa prigione
di vetro e da sotto le vermiglie ceralacche!

So quanta pena, quanto sudore e quanto sole
cocente servono, sulla collina ardente,
per mettermi al mondo e donarmi l’anima;
ma non sarò ingrato né malefico,

perché sento una gioia immensa quando scendo
giù per la gola d’un uomo affranto di fatica,
e il suo caldo petto è una dolce tomba
dove sto meglio che nelle mie fredde cantine.

Senti come echeggiano i ritornelli delle domeniche?
Senti come bisbiglia la speranza nel mio seno palpitante?
Vedrai come mi esalterai e sarai contento
coi gomiti sul tavolo e le maniche rimboccate!

Come accenderò lo sguardo della tua donna rapita!
Come ridarò a tuo figlio la sua forza e i suoi colori!
Come sarò per quell’esile atleta della vita
l’olio che tempra i muscoli dei lottatori!

Cadrò in te, ambrosia vegetale,
prezioso grano sparso dal Seminatore eterno,
perché dal nostro amore nasca la poesia
che come un raro fiore s’alzerà verso Dio!»

Cheers!!

LE LASE

 

 

 

 

 

 

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