ITALIA E VINO:SIAMO DA RECORD !🇮🇹 🍇 🍷

ITALIA E VINO:SIAMO DA RECORD !🇮🇹 🍇 🍷

L'Italia è universalmente riconosciuta come la patria della diversità vitivinicola, vantando il maggior numero di vitigni autoctoni al mondo. Questo primato non solo contribuisce alla ricchezza enologica del paese, ma rappresenta anche un patrimonio culturale e agricolo di inestimabile valore.

Oltre 500 vitigni autoctoni che testimoniano una biodiversità straordinaria. Queste varietà, frutto di una lunga storia di selezione e adattamento ai diversi territori, rappresentano vere e proprie perle nascoste del nostro Paese, spesso sconosciute ai più. Dietro a ogni vitigno si celano storie affascinanti, tradizioni antiche e peculiarità organolettiche che meritano di essere scoperte e apprezzate.

I VITIGNI AUTOCTONI

 Autoctono è da ricondurre ai termini greci autòs (stesso) e chtòn (terra o suolo).

Un vitigno autoctono sottolinea dunque il forte legame dell’uva con il suo territorio di origine. In altre parole, il vitigno autoctono è figlio della propria terra, dove ha piantato le sue radici e riesce ad esprimersi ai massimi livelli grazie alle caratteristiche uniche del clima, suolo e cultura di una circoscritta zona.

Per essere autoctono, deve ovviamente risiedere nello stesso ambiente per diversi anni e dar vita a vini territoriali.

In sintesi ecco i motivi per cui i vitigni autoctoni sono così speciali:

  • Autenticità: sono strettamente legati alla loro regione d’origine, quindi, quando assapori un vino nato da un vitigno autoctono, stai provando l’essenza di quella terra.
  • Vocazione: un territorio vocato ad ospitare un determinato vitigno, produrrà dei vini che non avranno le stesse caratteristiche e lo stesso risultato in un’altra regione.
  • Biodiversità: contribuiscono alla diversità del mondo del vino, offrendo un patrimonio vasto ed eterogeneo di vitigni unici.
  • Adattamento: si integrano meravigliosamente al loro ambiente naturale, rivelandosi più resistenti alle malattie e alle condizioni climatiche regionali.
  • Tradizione e Identità: coltivati da generazioni di viticoltori, sono parte integrante della storia, della cultura locale, rappresentando una tradizione che si tramanda nel tempo.
  • Sostenibilità: essendo ben adattati al loro territorio, richiedono pochi interventi chimici in vigna, rendendoli green friendly.

Dunque i vitigni autoctoni non sono solo un viaggio tra i sapori e le tradizioni storiche di un luogo, ma contribuiscono anche alla sostenibilità e biodiversità ambientale del luogo stesso.

🇮🇹 PRIMI AL MONDO 

Con la vendemmia 2024 L'Italia ha riconquistato il gradino più alto nel podio della produzione mondiale di vino dietro Francia, Spagna e Stati Uniti.

Ogni anno è guerra per il primato di ettolitri prodotti con i nostri cugini d'Oltralpe. Un anno vincono loro e l'anno successivo, condizioni climatiche permettendo, vinciamo noi. 

Ma c'è un altro primato, un altro record mondiale, ancora più importante, dove il nostro paese risulta inarrestabile: quasi la metà dei vitigni esistenti oggi nel globo sono italiani. Su un totale di oltre 1300, sono più di 600 quelli ottenuti all’interno dei confini del Belpaese. (La Francia – che pur conserva una grande varietà di coltivazione – annovera “solo” 210 vitigni autoctoni, tanto per dire!).

Nella classifica redatta dall’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino sulla biodiversità dei vitigni coltivati l’Italia stacca nettamente i due principali competitors. Per intenderci mentre in Francia e in Spagna 10-15 vitigni coprono il 75% della produzione nazionale, in Italia questa percentuale è assicurata da ben 80 tipologie di vitigno. Questo dato fa capire la grande cura e l’attenzione per la conservazione delle piccole varietà di vite di cui si è resa protagonista l’Italia.

Se andiamo a vedere i vitigni italiani con maggiore diffusione ci troviamo davanti a una situazione comunque molto equilibrata: il Sangiovese, diffuso in quasi tutta l’Italia centrale, rappresenta l’8% della produzione nazionale, le altre tipologie più note tra cui Montepulciano, Glera e Pinot Grigio non superano il 4%. In Francia i vitigni più coltivati sono decisamente più presenti con il Merlot al 15% e Grenache e Ugni Blanc al 10%. In Spagna troviamo una situazione di vitigni super-dominanti: le varietà Airen e Tempranillo sono rispettivamente al 22% e 21%.

AUTOCTONI e non solo

Se il vitigno autoctono è una varietà nata e cresciuta esclusivamente nella sua casa d’origine, al contrario il vitigno alloctono è una varietà che ha viaggiato per terra e per mare, trovando nuove case in diverse parti del mondo. Questi vitigni, rispetto alla loro terra d’origine, si sono diffusi con facilità in altre zone o regioni, al punto da essere noti anche come “vitigni internazionali”. 

La versatilità e la grande capacità di adattamento dei vitigni alloctoni li rendono in grado di prosperare positivamente in differenti contesti e situazioni ambientali. Tra i più famosi vitigni alloctoni troviamo Il Pinot Nero, il Sauvignon, lo Chardonnay, il Merlot, il Cabernet, il Malbec che hanno trovato successo e diffusione non solo in Europa, ma anche oltreoceano (Australia, California, Cile, Sudafrica etc etc ).

Ultima curiosità: vi siete mai chiesti quale sia il vitigno più diffuso al mondo? Ovviamente non può essere italiano dato che, come abbiamo visto, siamo un paese orientato più a una produzione di qualità che a una di quantità. Non è neppure francese e non è un vitigno per la produzione di uve da vino bensì di uva da tavola. Si chiama ''Kyoho'', occupa 365.000 ettari nel mondo e la più vasta estensione è in Cina.

Il Cabernet-Sauvignon è il vitigno da vino numero uno del pianeta: 340.000 ettari totali.

Ad ogni modo, autoctono o alloctono che sia, l'importante è bere bene!  Ma la prossima volta che assaggi i nostri vini autoctoni  Terra (Violone & Sangiovese), Thesan e Thesan 36  (Canaiolo Nero 100%) o Gaia Cecilia (Violone 100%), ricorda che stai bevendo un tesoro unico che porta con sé l’anima del proprio territorio, La Tuscia.

Cheers!!

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